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I vari tipi di ptosi

La ptosi palpebrale è una patologia dell’occhio o di entrambi gli occhi che provoca l’abbassamento di una o di entrambe le palpebre. La ptosi è completa se l’occhio è del tutto chiuso e impedisce la visione o incompleta se l’apertura delle palpebre si mantiene, anche poco, e consente la visione.

Può essere di tipo asimmetrico o simmetrico ed esistono vari tipi di ptosi palpebrali che illustreremo in questa guida, sarà il medico a valutare di quale tipo di ptosi si tratta durante la visita specialistica.

In genere il trattamento della ptosi è di tipo chirurgico. Se la ptosi colpisce un bambino si interviene prima dei 5 anni di età per correggere la ptosi prima che vada a scuola. Vediamo di conoscere i tipi di ptosi e di capire come si interviene. Continua a leggere la guida.

Varie ptosi della palpebra

La ptosi palpebrale può essere di diverse tipologie:

  • Aponeurotica che deriva da un danno del tendine del muscolo che ha il compito di alzare la palpebra. In genere colpisce le persone con una età avanzata;
  • Congenita se il bambino la ha già dalla nascita a causa di malformazioni che colpiscono il muscolo elevatore della palpebra, spesso a causa di traumi durante il parto;
  • Neurogena provocata da un difetto dell’innervazione del muscolo da un danno del terzo nervo cranico che non permette alla palpebra di alzarsi;
  • Pseudoptosi che si verificano in condizioni come dermatocalasi con cute della palpebra in eccesso, enoftalmo con il bulbo che ha tendenza a rientrare, o posizioni anomale che colpiscono il bulbo oculare, si tratta di condizioni che simulano l’abbassamento palpebrale;
  • Miogenica da un problema muscolare a danno del muscolo;
  • Meccanica da una lesione della palpebra.

A seconda del tipo di ptosi si procede con un intervento chirurgico specifico e una terapia di mantenimento personalizzata. La prevenzione però è l’arma più efficace per intervenire in tempo.

In questo modo si riesce ad intervenire prima che il problema si aggravi. Se la ptosi affligge il bambino è importante la diagnosi precoce, per questo bisogna portare il bambino a visite specialistiche periodiche a partire dai sei mesi e fino ai 5 anni.

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