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Le 4 fasi del Burnout: conosciamole insieme

Abbiamo già parlato di Burnout, una condizione di continuo stress e malessere psicofisico in cui possono ritrovarsi alcuni lavoratori. Il termine significa letteralmente “bruciato”, “scoppiato”, e rende l’idea come nessun altro.

Il lavoratore, soggetto a costanti pressioni e richieste, e allo stesso tempo stanco di non vedere evoluzioni e miglioramenti professionali, finisce per sentirsi esaurito.

Di conseguenza si verificherà un calo della prestazione, un maggior distacco verso il lavoro, oltre a un profondo disagio emotivo. Verrà intaccata anche la sfera personale oltre a quella lavorativa.

Le 4 fasi del Burnout

Il Burnout si manifesta in modo progressivo: inizialmente può essere scambiato per semplice stanchezza, per poi sfociare in malcontento, depressione, alienazione e perdita di interesse.

In particolare sembra svilupparsi secondo 4 fasi, vediamole insieme:

  1. Entusiasmo idealistico: in questa prima fase il lavoratore è molto coinvolto dal proprio lavoro a cui dedica gran parte del suo tempo, sacrificando anche la vita personale. L’impegno è al massimo, così come le aspettative circa la carriera, la propria crescita e via dicendo;
  2. Stagnazione: nonostante i propri sforzi, il lavoratore si rende conto che la crescita, il miglioramento e il successo tanto desiderati sembrano essere irraggiungibili e questo lo fa sentire profondamente deluso;
  3. Frustrazione: dalla delusione si passa alla frustrazione che attanaglia il lavoratore, il quale inizia a provare un senso di inutilità. Il tutto è aggravato dalla mancanza di apprezzamento da parte dei colleghi e superiori.;
  4. Disimpegno: il lavoratore è ormai “finito”, non prova più nulla nei confronti della propria professione tanto da manifestare distacco, cinismo, disinteresse completo. Allo stesso tempo si sente in colpa per ciò che prova.

Un fenomeno diffuso

Inizialmente il Burnout si riferiva alle professioni d’aiuto o helping professions, ossia a tutti i lavoratori che si occupavano della salute e della salvaguardia della vita altrui. Tra questi personale medico, infermieristico, personale del primo soccorso, poliziotti, vigili del fuoco, etc.

Attualmente non si fa più distinzione tra un lavoro e l’altro, poiché il fenomeno si è manifestato anche in categorie di lavoratori diverse da quelli delle professioni d’aiuto.

Di conseguenza è stato esteso a tutti i settori lavorativi particolarmente stressanti e usuranti, a dimostrazione che il malessere lavorativo, spesso ben celato, è più diffuso di quello che sembra.

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