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Micosi Fungoide: sintomi, decorso e terapia

micosi fungoideLa micosi fungoide è una delle forme tipiche di linfoma, anche se in realtà piuttosto rara (colpisce circa 1 persona su 250.000). Colpisce le cellule T ed è inerente alla proliferazione dei linfociti T CD4+, adibiti a svolgere importanti azioni antibatteriche per conto del sistema immunitario.

Il nome non deve trarre in inganno, dato che siamo davanti ad una patologia che non ha nulla a che fare con le infezioni micotiche e che prende questo nome perché le lesioni che le sono proprie assomigliano proprio a quelle causate dai funghi.

Le cause

Le cause della micosi fungoide sono tutt’ora sconosciute, anche se nell’ultimo secolo la medicina ufficiale ha formulato diverse teorie:

  • Carattere genetico-ereditario di questa patologia: sono stati evidenziati dei pattern lungo certe linee famigliari, con la patologia che sarebbe in grado di colpire, senza saltare alcuna generazione, i membri di una stessa famiglia.
  • Carattere ambientale: con l’esposizione a prodotti e derivati dell’industria petrolchimica, che sembrerebbero avere una correlazione positiva con l’insorgenza di questa patologia. Si tratta di avvelenamenti, anche minimi, che sono in grado di deprimere per lunghi periodi il sistema immunitario e quindi di rendersi responsabili, secondo le ricerche, della comparsa della micosi fungoide.

Come riconoscerla?

Ci sono sintomi tipici della micosi fungoide, in presenza dei quali il nostro medico curante ci indirizzerà verso esami specifici in grado di diagnosticare con certezza la presenza o meno di micosi fungoide. I sintomi più comuni sono:

  • Macchie di colore più scuro rispetto al tessuto circostante;
  • Prurito e arrossamento sulle stesse macchie;
  • Raramente si possono sviluppare delle lesioni viscerali, anche se in genere solo dopo lo sviluppo completo della malattia.

Si può curare?

Esistono diverse terapie in grado di far recedere la patologia. Vediamo insieme quali sono quelle più comuni:

  • Radioterapia locale: si sceglie con dosi di radioterapia molto leggere, con dosi massimo tra i 18 e i 36 Gy. Per aiutare la localizzazione è necessario sottoporsi a lampade abbronzanti, che sono in grado di mostrare con assoluta certezza la localizzazione delle macchie stesse.
  • Radioterapia totale: si tratta di una tecnica che viene però messa in pratica in pochissimi e specializzatissimi centri. Dato che le dosi sono piuttosto alte, si può ripetere soltanto una volta.
  • Fototerapia con raggi UVB, che però non sortisce in genere effetti sensibili.
  • Fotochemioterapia: si tratta di una terapia che utilizza raggi UVA.
  • Utilizzo di pomate retinoidi, ad alta percentuale di vitamina A.

Le terapie sono, però, in genere inutili per arrestare completamente la malattia, il cui decorso è spesso infausto una volta sopraggiunta la fase tumorale più aggressiva. L’aspettativa di vita è relativamente bassa (7–10 anni), con una sopravvivenza del solo 30% oltre i 20 anni di decorso patologico.

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