Si sente sempre più spesso parlare di mindfulness, ossia di un insieme di pratiche finalizzate ad avere consapevolezza del qui ed ora in modo intenzionale e non giudicante.
Molte persone utilizzano la mindfulness come forma di meditazione finalizzata ad affrontare, a risolvere e ad accettare alcuni aspetti della propria vita. Di conseguenza parliamo di una pratica il cui scopo sta nel raggiungimento della consapevolezza e del benessere.
A tal fine sono state sperimentate diverse app per essere guidati nella pratica mindfulness. Vediamo innanzitutto di cosa si tratta e se sono davvero utili per gli utenti.
La mindfulness a portata di smartphone
Esistono diverse tipologie di app che aiutano gli utenti a entrare in uno stato di quiete e a praticare una meditazione consapevole e utile. Tra queste ce ne sono alcune gratuite, altre che offrono solo alcuni servizi gratuitamente mentre il resto è a pagamento.
Tali app spesso presentano diverse sessioni di esercizi meditativi che variano ad esempio in base alla durata (da pochi minuti a mezz’ora), permettendo a chiunque, compatibilmente con i propri impegni, di praticare.
Allo stesso modo vengono proposti diversi programmi meditativi con cadenza giornaliera, settimanale, etc. Lo scopo è quello di fornire un aiuto contro diverse problematiche come ansia, stress, insonnia, sfiducia in se stessi, scarsa concentrazione e così via.
Le app per mindfulness funzionano?
E passiamo adesso al fulcro della questione: queste app sono utili oppure no? Rispondere alla domanda non è così semplice come sembra. Di certo avere a portata di mano degli esercizi di meditazione da fare come e quando si vuole è un bel vantaggio, soprattutto per chi ha sperimentato il potere della meditazione.
Inoltre il servizio spesso è gratuito e questo permette a chiunque, a prescindere dalle disponibilità, di praticare la mindfulness. Tuttavia bisogna sempre tenere conto del tipo di problematica che si ha. Se si tratta di un’ansia passeggera, legata magari a un evento, tali app possono essere di sostegno.
Nel caso in cui il problema dovesse rappresentare un vero e proprio disagio per l’individuo, tale da interferire con il normale corso della sua vita, allora sarebbe più opportuno recarsi da un professionista, ed utilizzare le app come eventuale coadiuvante alla terapia psicologica stessa.