Il diabete insipido è una condizione patologica che è caratterizzata dalla presenza di poliuria. Si tratta, in altre parole, di un eccesso urine, dai livelli di osmolalità, che corrisponde poi ad un aumentato senso di sete.
Vediamo perché si viene colpiti da questa patologia, come riconoscerla e come curarla.
Le due forme di diabete insipido
Esistono due forme di diabete insipido:
- Forme idiomatiche: ovvero dovute alla mancanza di neuroni che producono l’ormone antidiuretico. Si tratta di una forma di patologia di carattere genetico, che deriva del gene neurofisina 2.
- Forme acquisite: sono quelle che invece derivano da traumi oppure da operazioni chirurgiche a carico dell’ipotalamo. In questi casi è transitorio, anche se in alcune casi, se la distruzione di neuroni supera l’80%, può diventare cronica.
Come si riconosce?
Per riconoscere il diabete insipido sono necessarie valutazioni di carattere clinico, che richiedono il ricorso ad esami specifici.
È innanzitutto utile l’esame delle urine, dove si andrà a controllare la densità urinaria (che deve essere inferiore a 1000 in caso di presenza della patologia).
Si può utilizzare anche quello che si chiama test dell’assetamento. Il paziente viene privato di liquidi per circa 8 ore, per poi controllarne l’orinazione. Nei soggetti non colpiti da diabete insipido, questa si concentra nel volume. Nei soggetti invece colpiti da diabete insipido, continua ad essere copiosa e poco concentrata.
L’ultimo test che viene effettuato è l’iniezione di desmopressina, una sostanza in grado di far arrestare l’orinazione nei soggetti sani e che invece non ha alcun tipo di effetto su chi soffre di questa patologia.
Come si cura?
Il diabete insipido si cura cercando di prolungare le somministrazioni di desmopressina che, sebbene nelle prime assunzioni non sia molto efficace, finisce per regolarizzare le problematiche connesse al diabete insipido.
Non esistono, al momento, altre tipologie di cura in grado di risolvere il problema di diabete insipido.