Negli ultimi anni il mondo del social e delle telecomunicazioni è cambiato radicalmente rispetto ai tempi di MySpace. Da Facebook a Snapchat passando per Twitter e Instagram, sono tante le piattaforme nate e cresciute nell’ultimo ventennio, ma c’è un lato oscuro in tutto questo?
Si parla sempre di più di dismorfofobia e in particolare di “Snapchat dysmorphia“, ma cos’è e in quale modo sta influenzando la vita di milioni di persone?
Una visione distorta della realtà
I social hanno senza dubbio apportato tante migliorie: nuovi modi di comunicare, nuove opportunità di lavoro, un nuovo modo di vedere le cose. Ma più si va avanti più ci si accorge che si sta creando un mondo ideale lontano dalla realtà, soprattutto per argomenti inerenti l’aspetto fisico.
Fortunatamente al giorno d’oggi si parla sempre di più di body positivity che illusta come l’ideale di bellezza creato nel corso degli anni non è reale. Ma cosa c’entra con questo la dismorfofobia da snapchat?
La dismorfofobia è una fobia che si basa su una visione distorta della propria esteriorità e del proprio aspetto fisico. Questo disturbo, che è ufficialmente riconosciuto dal punto di vista psicologico e psicoterapeutico, può causare forte stress ed ansia, soprattutto a livello sociale.
Negli ultimi anni si è notato che questo disturbo è sempre più associato all’attività sui social. Si è così arrivato a parlare di Snapchat dysmorphia, che fa riferimento alla famosa piattaforma ricca di filtri che cambiano l’apparenza del viso nei selfie.
Con questo termine però non si fa riferimento solamente a quel particolare caso, ma in generale al sentirsi in obbligo di dover utilizzare dei filtri che vadano a cambiare i propri connotati o ricorrere ad un’applicazione di edit che vada a levigare la pelle, sbiancare i denti ecc.
Social si, ma con positività e serenità
Con questo non vogliamo dire che i social vadano evitati, semplicemente vogliamo ricordarvi di viverli con serenità, tenendo a mente che non tutto quello che vedete è sempre vero. Non scordate che è importante sentirsi bene nella propria pelle, ma non serve rientrare in dei canoni prestabiliti per sentirsi accettati.