Quando si parla di ptosi palpebrale, ci si riferisce ad una particolare malformazione a carico, appunto, delle palpebre, che le fa apparire abbassate. Si tratta di un problema che può colpire uno solo o entrambi gli occhi in concomitanza e che per questo motivo può andare a modificare sensibilmente lo sguardo di una persona.
Vediamo insieme quali sono le cause, le conseguenze e le possibili cure della ptosi palpebrale.
Le cause della palpebra cadente
Subito di seguito troverete quelli che sono i motivi più comuni che possono portare, purtroppo, allo sviluppo di questa condizione:
- Età: è sicuramente la causa più frequente. Con il tempo i muscoli flessori della palpebra finiscono per perdere tono e vigore e dunque smettono di trattenere la palpebra a dovere. Il collasso muscolare può avvenire con una certa frequenza, a partire dai 60 anni di età e colpisce indistintamente uomini e donne.
- Anche il problema dello sviluppo dei muscoli della palpebra può andare a causare la ptosi: si tratta di un disturbo relativamente comune nei bambini, che ne soffrono sin dalla prima infanzia. In questo caso è assolutamente necessario ricorrere all’aiuto del medico e cercare di intervenire prontamente. Si tratta infatti di un problema che dopo aver colpito il bambino può causare, con certa facilità, anche altri tipi di disturbi, come ad esempio l’ambliopia.
- Anche eventi traumatici o problemi di carattere neurologico possono essere responsabili dello sviluppo della ptosi.
Come si riconosce?
Tra le conseguenze più comuni della ptosi troviamo:
- Estrema difficoltà per il soggetto nell’aprire o chiudere gli occhi. Si tratta forse del disturbo più comune tra quelli associati a questa patologia;
- Cedimento della palpebra superiore;
- Stanchezza degli occhi, soprattutto a fine giornata;
- Il viso appare più vecchio e stanco.
Si tratta di un problema trattabile?
Sì, si tratta di un problema assolutamente trattabile, anche se richiede l’intervento con terapie diverse a seconda di quale sia la causa scatenante:
- In caso di ptosi lieve, è spesso più che sufficiente ricorrere ad esercizi oculari, che possono rafforzare i muscoli indeboliti e permettere al soggetto di tornare ad avere una vita normale.
- Quando invece la ptosi è più grave e magari diretta conseguenza di patologie neurologiche, sarà da contattare il neurologo che, una volta individuato il problema, cercherà di intervenire per ridurne l’impatto.
- Nei casi più estremi, l’unico modo di intervenire rimane quello dell’intervento chirurgico, intervento che può dare immediato sollievo e ripristinare la funzionalità dei nostri occhi. L’intervento è in grado di riattaccare i muscoli in un intervallo più breve, così da ripristinare l’aspetto e la funzionalità delle palpebre.