È arrivata l’estate, iniziano le vacanze, si va al mare con la famiglia e si sfogano le varie tensioni createsi nelle altre stagioni.
Ma ogni anno una domanda assilla la nostra mente senza interruzioni: “Il mio fisico sarà adatto ai costumi che ho comprato?”
Potrà sembrare un problema banale, ma questo comportamento si configura come una vera e propria sindrome: quella da bikini.
Da cosa è causata?
Questa sindrome è diventata molto comune negli ultimi anni a causa del nuovo modello di bellezza promosso dalla società.
Quello della donna magra, slanciata, senza pancia e con gambe toniche.
Il problema, tuttavia, non riguarda solo la popolazione femminile, anche gli uomini; infatti spesso si sentono scoraggiati nel vedere ragazzi muscolosi, alti e con tutte le caratteristiche che un “maschio alpha” dovrebbe avere.
Cosa comporta a livello psicologico?
Questa sindrome è molto comune, ma ci sono alcuni casi in cui la situazione si può aggravare fino a dannegggiare la salute psicofisica dell’individuo.
La sindrome da bikini si può quindi trasformare in dismorfofobia, ovvero quella paura che si ha nei confronti del proprio aspetto.
Questa paura ci porta a vedere in modo distorto il nostro corpo, accentuando eventuali difetti ed eliminando i pregi.
La dismorfofobia ha delle gravi conseguenze sulla salute fisica di una persona, che potrebbe decidere, al fine di risolvere le proprie imperfezione, di attuare una serie di comportamenti sbagliati.
Prima di tutto potrebbe causare dei disturbi legati all’alimentazione, portando l’individuo a non mangiare ed andando incontro all’anoressia.
Potrebbe anche sfociare in problemi sociali, quali isolamento e depressione.
Come contrastarla?
Innanzitutto il cambiamento deve partitre dalla propria mente, per poi allargarsi al resto del corpo.
Bisogna convincersi del fatto che si è belli così come si è, a prescindere dal proprio tipo di fisico e dai difetti.
Quindi dobbiamo essere convinti di intraprendere un percorso di maturazione fisica e mentale, attraverso diete, esercizi fisici e meditazione.