La sindrome di Costen è una patologia che colpisce l’orecchio e altre zone limitrofe e che è costituita da un insieme di sintomi che tendono a presentarsi all’unisono. Da qui la scoperta, per mano appunto del Dott. Costen, della sindrome che porta il suo nome.
Si tratta di una malattia relativamente rara, che vede come suo sintomo principale quello dell’otalgia: un dolore forte e pervasivo si irradia dall’orecchio e può raggiungere anche il cranio e il collo, andando a trasformarsi sia in cefalea che in cervicalgia.
Si tratta di un disturbo che dobbiamo imparare a conoscere, dato che è più comune di quel che si pensa e dato che colpisce tantissime persone nell’arco della loro vita.
Quali sono i sintomi più comuni?
I sintomi più comuni che riguardano la sindrome di Costen sono rispettivamente:
- Otalgia: un dolore all’apparato auricolare;
- Cefalea: mal di testa, che però irradia evidentemente dall’orecchio;
- Lo stesso vale per i dolori cervicali, che irradiano sempre dall’orecchio;
- Insonnia;
- Stanchezza cronica;
- Irritabilità;
- Attacchi di ansia;
- Anche l’apertura della mandibola può essere, a causa del dolore, compromessa;
- Nei casi più gravi anche l’articolazione delle parole può essere seriamente compromessa.
Le cause della sindrome di Costen
La sindrome di Costen genera sempre o quasi da ripetuti traumi alla struttura dell’ATM. In genere si presenta in presenza di malocclusioni ai denti, perdite dei denti, protesi dentarie non eseguite a regola d’arte.
Anche il bruxismo, ovvero quel fenomeno che che ci fa digrignare i denti durante la notte, può essere responsabile della comparsa della sindrome di Costen.
In alcuni casi le disfunzioni ormonali (soprattutto quelle tiroidee) possono favorire la comparsa di questa sindrome.
Ci sono cure?
Innanzitutto è bene ribadire in questa circostanza che è piuttosto difficile diagnosticare la sindrome di Costen per il medico. Si tratta infatti di qualcosa che viene spesso erroneamente associato ad una banale otite, dato che i sintomi almeno iniziali coincidono in tutto e per tutto con quelli di quest’altra patologia.
Una TAC e un esame radiografico approfondito possono comunque liberarci da ogni dubbio e garantirci una corretta diagnosi.
Una volta che è stata diagnosticata, in genere si cerca di individuare le cause e intervenire su quelle. Se si tratta di traumi, come quelli dovuti alla malocclusione dentale, si interverrà per liberarsene. Nel caso di protesi dentarie sbagliate, queste andranno sicuramente rifatte o riposizionate.