La Sindrome di Plummer (più comunemente conosciuta come PVS nei paesi anglosassoni) è una malattia che causa:
- Anemia sideropenica;
- Disfagia;
- Glossite.
La sindrome di Plummer è una patologia molto rara che si associa ad una carenza di ferro, purtroppo ad oggi non sono disponibili sufficienti studi in grado di chiarirne l’origine. La sindrome colpisce maggiormente le donne dopo i quarant’anni, ma può apparire anche nell’infanzia o durante l’adolescenza.
Alcuni pazienti accusano un malfunzionamento della tiroide e crescita di neoplasie benigne.
Sintomi e cause
La letteratura medica attualmente disponibile, annovera i seguenti sintomi della malattia:
- Disfagia;
- Glossite;
- Anemia sideropenica;
- Cheilite angolare;
- Oilonichia.
La disfagia provoca difficoltà durante la deglutizione, la glossite causa un’infiammazione della lingua, l’anemia sideropenica è mancanza di ferro, la cheilite angolare è un’infiammazione agli angoli della bocca e l’oilonichia provoca una deformazione delle unghie di mani e piedi.
La malattia viene di solito associata anche a fattori alimentari, genetici e autoimmuni. Nel caso in cui la sindrome si accosti a problemi della tiroide e\o a neoplasie benigne, potrebbe generare un adenoma tossico. L’adenoma è un altro tipo di neoplasia benigna che provoca un anomalo sviluppo della ghiandola e causa gli stessi sintomi dell’ipertiroidismo:
- Perdita di peso;
- Stanchezza cronica;
- Irritabilità;
- Depressione;
- Poliuria;
- Aritmia;
- Dissenteria.
L’adenoma alla tiroide in genere provoca emorragie e/o edemi e favorisce l’insorgere di un tumore.
Cura
La terapia consiste nella reintegrazione di ferro in modo da ristabilire l’equilibrio del corpo. Nei casi più gravi con disfagia, è utile la chirurgia per la dilatazione meccanica dell’esofago. La prognosi è positiva, ma in caso la sindrome causi problemi alla tiroide o tumori, terapia e prognosi sono differenti. Ferro e chirurgia, però, sono sempre necessari.
Nel caso di tumori, si opta solitamente per le normali terapie ospedaliere, come chemioterapie e radioterapie. Talvolta i medici potrebbero consigliare anche una terapia ormonale sostitutiva e/o una terapia radiometabolica.
Potrebbe essere utile anche una terapia con iodio radioattivo, dato che lo iodio inibisce l’attività della tiroide regolarizzandone l’azione. Al giorno d’oggi la terapia a base di iodio viene utilizzata raramente, dato che è piuttosto invasiva e fastidiosa e causa forse più effetti collaterali che benefici.