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Transferrina desialata: valori, diagnosi, problematiche

transferrina desialataLa transferrina desialata è conosciuta in ambito medico con il nome di transferrina carboidrato carente e anche con il nome CDT che viene dall’inglese Carbohydrate-Deficient Transferrin. I suoi valori si controllano con un esame di laboratorio e la transferrina desialata è il più affidabile parametro per la valutazione di un abuso di alcol.

Nell’articolo di oggi vi parleremo della transferrina desialata, dei suoi valori normali nel sangue e di come si svolge l’esame per diagnosticare un eventuale abuso di alcol nel tempo.

Transferrina desialata: cos’è?

La transferrina è una glicoproteina che contiene due catene di carboidrati. Le catene sono identiche e ramificate e sui rami si trova l’acido sialico. Se l’acido sialico diminuisce, vuol dire che è presente una migrazione elettroforetica di tipo diverso. Il siero degli alcolisti ha un andamento in genere tipico e ha un picco catodico che si presenta più piccolo rispetto al picco considerato normale della transferrina.

La transferrina desialata è un marker molto affidabile per diagnosticare l’assunzione abituale di alcool. La transferrina si presenta in isoforme di vari tipi:

  • Asialo-transferrina;
  • Penta;
  • Tetra;
  • Tri;
  • Di;
  • Mono.

Chi non abusa di alcol e non presenti patologie al fegato, dovrebbe prevalere la forma del tetra-sialo. Quando consumano dosi eccessive di alcol per un periodo di tempo molto lungo, aumentano invece le forme a-sialo, mono-sialo e di-sialo.

Esame per la transferrina desialata

L’esame per individuare un abuso di alcol si svolge tramite un comune prelievo di sangue. Il paziente deve osservare un digiuno di almeno 8 ore prima del prelievo, in genere si fa al mattino presto. I valori di riferimento, sia per gli individui di sesso femminile che di sesso maschile, è di un valore <2.5%. Comunemente i valori sono compresi tra 0.0 e 1.6.

La transferrina desialata è importante sia per individuare un’eventuale dipendenza da alcol sia per assicurarsi che l’organismo dei pazienti in terapia di disintossicazione stia reagendo bene.

I vecchi metodi di analisi per il controllo di un abuso di alcol non sono più affidabili perché valutando la sola alcolemia si potrebbe avere un falso positivo o al massimo individuare un consumo di alcool nelle ore precedenti. Potrebbe risultare positivo un paziente che fa solo un consumo occasionale di bevande alcoliche. L’alcolemia non è un parametro valido per una diagnosi di alcolismo.

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