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Fistola Perianale: sintomi, cura e decorso post-operatorio

fistolaLa fistola perianale è la naturale evoluzione di un ascesso perianale (di cui abbiamo parlato in questo articolo). Si tratta dell’ostruzione delle minuscole ghiandole subito dentro l’ano, risultante da un ascesso anale non adeguatamente curato.

La patologia

Le ghiandole anali, una volta infiammatesi, vengono coperte da sacche di pus che, una volta aperte, danno luogo appunto alle fistole perianali.

In altre circostanze, invece, la fistola può svilupparsi in seguito ad un’ostruzione delle ghiandole che può essere causata dai residui di feci.

Ad ogni modo, le fistole sono causate da ostruzioni di queste ghiandole, che sono di fondamentale importanza per il processo defecativo.

Ci sono anche fattori che predispongono alla comparsa delle fistole:

  • Ulcera anale non curata;
  • Infiammazioni intestinali: Crohn, colite ulcerosa, diverticolite;
  • HIVM;
  • Tumori al retto;
  • Clamidia e sifilide;
  • Complicanze derivanti da un intervento chirurgico che ha interessato l’area dell’intestino.

Tra le altre cose anche il sesso sembra essere un’importante discriminante. Gli uomini tendono a soffrire più di frequente di fistole.

I diversi tipi di fistole anali

Esistono in realtà tre diversi tipi di fistole anali:

  • Rettilinee: che hanno una comunicazione costituita da un solo canale;
  • Diramate: che hanno invece più canali di collegamento;
  • A ferro di cavallo: che collegano la fistola direttamente all’ano, creando una sorta di banda a ciambella intorno a questo.

Possiamo altresì dividere le fistole in alte, se insistono nella parte superiore dell’ano, e in fistole basse se invece insistono nella parte inferiore.

Si possono curare?

Le fistole anali si possono curare. In genere si ricorre a tre categorie di farmaci:

  • Immunosoppressori;
  • Immunomodulanti;
  • Antibiotici, per evitare che l’infezione si allarghi.

Nonostante la terapia farmacologica possa comunque offrire sollievo, non è in genere sufficiente per far rientrare completamente il problema. Bisogna individuare le cause che hanno portato alla comparsa delle fistole e, una volta individuate, correggerle con le terapie più adatte, che saranno scelte dal medico curante caso per caso.

L’intervento chirurgico

La rimozione della fistola richiede in genere un intervento di tipo chirurgico, svolto ormai di routine dal grosso degli ospedali sul suolo nazionale. Si tratta in realtà di tecniche piuttosto diverse tra loro. Vediamo quelle più utilizzate:

  • Fistulotomia: si tratta di un intervento riservato a chi ha fistole ritenute semplici. Il canale viene appiattito chirurgicamente.
  • Fistolectomia: prevede la rimozione dell’intera fistola e anche di una parte del tessuto, pur sano, che lo circonda.
  • Setone: si tratta dell’intervento più comune. Con un piccolo tubicino, che viene inserito nella fistola, si procede ad un drenaggio continuo del pus, per poi andare a rendere molto più agevole l’eventuale intervento chirurgico. Spesso l’azione decongestionante è sufficiente, nel caso di fistole semplici, a far rientrare il problema.

Il decorso post-operatorio

Il decorso post-operatorio può essere piuttosto problematico e prevede possibili:

  • Infezioni;
  • Casi di incontinenza fecale, che può diventare permanente;
  • Fistola recidiva.

In genere si cerca, in tutti i modi, di limitare l’insorgenza dell’incontinenza, cercando di applicare sempre il meno invasivo dei possibili metodi di intervento chirurgico, dato che una volta compromessa la funzione di continenza da parte dell’ano, è in genere impossibile ripristinarla.

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