Per cistocele si intende quella problematica per cui si ha un prolasso della vescica verso il basso, nella zona dove si trova la vagina.
Ciò accade perché il pavimento pelvico, in cui risiedono le componenti principali della donna utili alla riproduzione, a seguito di diversi traumi ha subìto una perdita di forza per rimanere nel suo stato di origine.
Il pavimento pelvico è l’insieme dei tessuti connettivi e dei muscoli su cui giacciono utero, uretra e la vescica, che è posizionata sopra la vagina e viene divisa da essa dal tessuto muscolare.
Il cistocele prende anche il nome di prolasso anteriore, poichè si basa sulla posizione che hanno vagina e vescica.
Si divide in 3 gradi in base alla gravità della lacerazione.
La lacerazione di 1° tipo prevede che solamente uno spicchio della vescica sia a contatto con la parte in cui si trova la vagina.
La lacerazione di 2° tipo si ha quando il tessuto muscolare viene lacerato come la grandezza della vagina.
Nella lacerazione di 3° tipo, infine, la vescica entra totalmente in contatto con la zona vaginale e si ha una sua fuoriuscita.
Perché si può presentare?
Principalmente le cause che portano ad una lacerazione dei tessuti muscolari tra vagina e vescica riguardano traumi importanti alla zona, come un parto naturale, la stitichezza e problemi di peso come obesità.
Inoltre l’avanzamento dell’età farà produrre al corpo meno estrogeni e di conseguenza il pavimento pelvico diminuirà la sua tenuta.
Stesso discorso vale per chi si è sottoposto ad un’isterectomia.
Inoltre il fattore ereditario gioca un ruolo fondamentale nella presentazione di questa problematica.
La sintomatologia è varia, ma spesso si può non provare alcun dolore.
Se invece si è sintomatici, si prova dolore quando si fanno sforzi, si tossisce o si hanno dei rapporti intimi con il partner.
Inoltre si può presentare una difficoltà ad urinare, predite di urina e infezioni.
Come agire?
È bene subito rivolgersi al proprio ginecologo che subito comincerà ad analizzare la zona interessata.
Successivamente verranno eseguiti degli esami, anche delle urine, e si deciderà il trattamento a cui sottoporsi.
Nei casi più gravi, infine, bisogna ricorrere alla chirurgia.