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Verme Solitario: contagio, sintomi e cura

teniaQuando parliamo di verme solitario, ci riferiamo in realtà alla tenia, un parassita che ha appunto l’aspetto di un lungo verme e che è in grado di vivere, purtroppo, anche nel nostro intestino.

Non ne esiste una sola variante, ma ben 4, e i contagi e soprattutto gli sviluppi della patologia possono cambiare radicalmente tra le diverse specie.

Vediamo insieme cosa c’è da sapere riguardo il verme solitario, come evitare il contagio e, nel caso in cui dovesse essere il caso di un contagio già avvenuto, come curarlo.

Che cos’è la tenia?

Si tratta di un parassita ermafrodito, dalla forma a nastro, che appartiene e quella che è chiamata la famiglia dei platelminti.

Quando è adulto può raggiungere anche una lunghezza di 10 metri e il suo corpo è costituito da tre parti.

Si tratta di un verme che è specializzato nel sopravvivere nel nostro intestino e può facilmente riprodursi.

Come si contrae?

La tenia viene in genere contratta consumando carne bovina infetta. La carne bovina che presenta questo tipo di infezione è in genere riconoscibile da piccole macchie rosse che frastagliano la carne.

È solo la carne completamente cruda ad essere a rischio, in quanto la cottura, la salamoia oppure l’affumicatura rendono la carne sicura.

Quali sono i sintomi dell’infezione da tenia?

È decisamente difficile accorgersi della presenza della tenia, se non in stadio molto avanzato. Tra i sintomi più comuni troviamo:

  • Nausea;
  • Vomito;
  • Inappetenza inspiegabile;
  • Diarrea;
  • Dolore all’ombelico;
  • Stitichezza e costipazione;
  • Dimagrimento, anche considerevole;
  • Dolore diffuso nell’intestino.

Ci sono rischi?

Tendenzialmente no. In rarissimi casi la tenia può essere responsabile di perforazioni intestinali, che sono però di immediato interesse medico.

L’infestazione da tenia, dunque, non è assolutamente qualcosa da sottovalutare, anche se si tratta di un parassita che, il grosso delle volte, è completamente innocuo.

Come si cura?

Si ricorre allo Yomesan®, un farmaco a base di niclosamide. Si tratta di un principio attivo che non può essere assorbito dall’intestino umano e che dunque, arrivando nell’intestino, uccide lo scolice. Si tratta di un composto in genere molto efficace, che causa tra l’altro l’espulsione fisiologica del parassita.

Nel caso in cui i farmaci non dovessero dimostrarsi efficaci, si può ricorrere ad un breve e non preoccupante intervento chirurgico.

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