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Cataplessia: cause, sintomi e cura

cataplessiaOggi ci occupiamo di una patologia piuttosto singolare. Parliamo infatti di cataplessia, una malattia e una condizione patologica che implicano la perdita di tono muscolare, soprattutto nel caso in cui il soggetto che ne è colpito provi delle forti emozioni.

Si tratta di una patologia che è piuttosto rara e ad oggi ancora non molto conosciuta dalla medicina ufficiale. È intimamente collegata alla narcolessia, dato che circa il 70% dei soggetti che soffre della seconda patologia, soffre anche della prima.

Si tratta, nella maggior parte dei casi, di un sintomo della narcolessia stessa.

Come si manifesta? Quali sono i sintomi?

I sintomi della cataplessia sono tutti riconducibili ad una debolezza muscolare improvvisa di diversa intensità: si potrebbe infatti avvertire un calo molto leggero delle funzioni dei muscoli facciali, fino invece ad una paralisi postulare totale.

Gli attacchi sono in genere improvvisi e si risolvono senza che sia necessario l’intervento di personale medico. Se il soggetto che ne viene colpito è in posizione “comoda”, può anche raggiungere uno stato di dormiveglia o di allucinazioni. Nei casi più gravi si può anche approcciare, in brevissimo tempo, una fase REM.

Da cosa sono causati gli attacchi?

Gli attacchi in genere si manifestano perché scatenati da forti reazioni di tipo emotivo, come riso, rabbia, sorpresa, imbarazzo, oppure anche in seguito a dei forti sforzi fisici.

Si può trattare a livello medico?

Nonostante il fatto che le cause della cataplessia siano pressoché sconosciute e che anche il meccanismo che la governa non sia esattamente stato compreso ancora dalla medicina, ci sono diversi tipi di trattamenti che sembrano aver sortito effetti positivi, anche sui soggetti che subiscono attacchi di cataplessia frequenti:

  • Sodio oxibrato: si tratta di un medicinale che ha dimostrato di ridurre sensibilmente il numero e l’intensità degli attacchi.
  • Antidepressivi: nel caso in cui il trattamento di cui sopra non fosse possibile, meglio evitare e procedere con la venlafassina.

Altri tipi di antidepressivi sono stati utilizzati in precedenza, senza però riportare effetti apprezzabili o comunque effetti che giustifichino gli effetti collaterali tipici dei farmaci antidepressivi.

Come abbiamo detto però in apertura, la cataplessia è collegata quasi sempre alla narcolessia e andrebbe, dunque, trattata di conseguenza.

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