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Sindrome di Tako Tsubo: sintomi, diagnosi e trattamento

tako tsuboLa sindrome di Tako Tsubo, volgarmente chiamata cardiomiopatia da stress, è una patologia che è caratterizzata da una condizione di disfunzionalità del ventricolo sinistro, che si presenta però con i sintomi di una patologia coronarica grave.

Si tratta di una sindrome di recente scoperta e che è più comune di quello che si potrebbe ritenere. Vediamo insieme di riconoscerne i sintomi, le cause e soprattutto quelle che sono le possibili terapie.

Quali sono i sintomi?

I sintomi che in genere accompagnano la sindrome di Tako Tsubo sono piuttosto simili a quelli di una sindrome coronarica di tipo acuto. Possiamo trovare infatti:

  • Dolore forte al torace;
  • Dispnea;
  • Alterazioni del battito visibili con ECG;
  • Livelli alti di enzimi di necrosi.

Si tratta di un complesso di sintomi che è in genere piuttosto difficile da riconoscere rispetto a quelli di una sindrome coronarica acuta e starà dunque alla bravura del medico cercare di individuare i segnali che facciano propendere la diagnosi verso questa specifica patologia e non verso una sindrome coronarica.

Una sindrome molto rara

Si tratta di una sindrome che è piuttosto rara, dato che colpisce, statistiche alla mano, meno di 1 paziente su 35.000. Su circa 100 persone che si sottopongono a coronarografia, soltanto 1 si mostra come portatore di questo particolare quadro clinico. Colpisce le donne tre volte in più rispetto agli uomini ed è per questo motivo che si pensa che il calo degli estrogeni possa giocare un ruolo fondamentale rispetto alla comparsa di questa specifica patologia.

Quali sono le cause?

Purtroppo le cause che possono portare a questa sindrome sono ancora in larga parte sconosciute. Il fatto che questa sindrome in genere colpisca le donne, fa pensare ad un ruolo del calo degli estrogeni, che può causare danno endoteliale.

Si può curare? Ci sono terapie valide?

Questo tipo di patologia può essere curato, anche se, trattandosi di un fenomeno acuto e non cronico, si tende in genere a cercare di stabilire la condizione del paziente in attesa che il problema rientri da solo: si ricorre in genere all’uso di beta-bloccanti, inibitori ACE, diuretici e acido acetilsalicilico.

In genere si recupera una condizione di normalità in modo del tutto spontaneo. Si tratta di una patologia dall’evoluzione benigna e che non costituisce in genere causa di morte.

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